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10 Aprile 2020

OPEC il nuovo accordo c’è!

Il meeting OPEC di marzo si era concluso con un fallimento: Mosca intransigente nella sua posizione contraria ai tagli, aveva di fatto sancito l’inizio di una vera guerra dei prezzi dell’oro nero tra le potenze saudita e russa. Il diffondersi, inoltre, nello stesso periodo, della pandemia di coronavirus ha innescato un ulteriore ribasso delle quotazioni di petrolio a causa della drastica riduzione della domanda. Arabia Saudita e Russia, in vista delle riunioni di questi giorni avevano peraltro aumentato la produzione nel mese di marzo, contribuendo a far scendere ulteriormente il prezzo del petrolio ai minimi da 18 anni.
Ieri, l’incontro (virtuale) dei Paesi produttori tra cui la Russia, è terminato con un accordo: i tagli alla produzione si faranno! Alle 5.46 di questa mattina è stato confermato che a partire dal prossimo primo maggio verranno attuate politiche di contenimento dell'offerta petrolifera.
Nel dettaglio è stato deciso di diminuire di oltre un decimo la produzione mondiale per adattarsi al calo della domanda seguito alla pandemia da coronavirus e alle misure restrittive adottate in tutto il mondo: a maggio e a giugno la produzione mondiale di petrolio diminuirà dunque di 10 milioni di barili al giorno. La stretta sarà poi allentata a 8 milioni da luglio a dicembre e poi a 6 milioni da gennaio 2021 ad aprile 2022. Una nuova videoconferenza OPEC+ è stata fissata per il 10 giugno.
Dopo le iniziali notizie sull’accordo OPEC sono giunte, in controtendenza, quelle sulla posizione del Messico, l’unico produttore che ha deciso di non aderire all’intesa mettendo a repentaglio le discussioni di ieri. Il no del Paese latino-americano ha pesato sul prezzo del petrolio visto che, per entrare ufficialmente in vigore, l’accordo dovrà ricevere il via libera di tutti i membri del Cartello. La discussione proseguirà oggi al G20.
Le notizie sull’intesa non hanno però determinato la reazione sperata: il mercato reagisce con un tonfo dei prezzi e con gli investitori che giudicano la contrazione produttiva concordata insufficiente a contrastare il calo della richiesta. Dopo un balzo di oltre il 10% nel corso della seduta, le quotazioni del Brent hanno ripiegato sotto 32 dollari al barile, quelle del Wti intorno a 23 dollari. Entrambe le quotazioni, nei giorni scorsi, avevano guadagnato ampio terreno proprio in attesa del meeting di ieri. Ma era difficile pensare che l’OPEC+ si sarebbe esposta se non fosse stata sicura di un contributo dagli altri big del petrolio.
Molto attesa è quindi la riunione del G20 di oggi, nella quale i ministri dell’Energia dovranno discutere misure aggiuntive. A causa del coronavirus, il mercato ha subito un vero e proprio shock che ha interessato in particolar modo il lato della domanda. Quest’ultima, stando alle ultime stime trapelate, è crollata di oltre 30 milioni di barili al giorno, cosa che ha inevitabilmente reso il mercato troppo fornito. Alla luce di un buco di 30 mbd, un taglio di “soli” 10 mbd potrebbe aver deluso il prezzo del petrolio e potrebbe essere stato giudicato insufficiente. Un’eventualità già prevista da numerosi analisti nei giorni scorsi. Da qui la flessione delle quotazioni. Le sorprese però potrebbero non essere finite per il greggio. Secondo quanto riportato da Bloomberg, nel G20 di oggi i ministri dell’energia potrebbero decidere un ulteriore taglio di 5 milioni di barili da aggiungere all’accordo OPEC ieri ufficializzato.

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